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martedì 8 marzo 2016

Oggi ho visto sul sito di Repubblica un articolo che mi ha molto incuriosito: parlava dei 12 ristoranti più cari al mondo, quelli dove la cena in sé è solo una piccola parte di una grande esperienza sensoriale. Bellissima questa carrellata, perché anche la cucina è arte. E l'arte agli alti livelli si paga, eccome se si paga! 
Si parte subito dal più caro in assoluto, il Sublimotion di Ibiza, in Spagna, dove lo chef Paco Roncero assicura, per soli $.1850,00 a testa, tre ore di emozioni in un'esperienza che combina cibo arte e tecnologia: non solo la bravura e creatività di uno chef (e non solo uno!) dunque, ma una sinergia di professionisti quali designers, ingegneri, illusionisti, architetti, coreografi e sceneggiatori che mettono in piedi quello che viene definito il primo show gastronomico del mondo. Guardate il filmato per averne un assaggio!


A New York da Masa, il tempio del sushi dello chef giapponese Masayoshi Takayama, l'esperienza è completamente diversa ma altrettanto sublime. Cresciuto in un villaggio del Giappone, Masa aiutava la sua famiglia a gestire un banco del pesce nel mercato locale, e proprio qui ha avuto inizio il suo rapporto d'amore con il cibo che nel corso del tempo si è affinato e l'ha portato all'apice del panorama gastronomico mondiale. $595,00 per un'esperienza gastronomica di due ore, ovviamente tasse e bevande escluse!


Dallo chef giapponese a New York passiamo allo chef francese a Shanghai: Paul Pairet, creatore dello stupefacente ristorante Ultraviolet, un incredibile luogo per cenare e vivere parallelamente un'esperienza multisensoriale creata mimando ad arte suoni, luci, immagini, musica. Il risultato lascia senza fiato, il conto anche! Ma da provare, almeno una volta nella vita.




Altro ristorante della lista che mi ha incuriosito molto per l'idea originale è lo Chef's table at Brooklyn Fare, NYC: 18 coperti sistemati intorno allo chef César Ramirez e al suo staff. Cucina a vista e menù da 15 portate che si rinnova ogni giorno. Ogni giorno dunque una sorpresa da $.306,00 (bevande, mance, tasse e quant'altro ovviamente escluso!).




Nell'articolo ne menzionavano ancora altri, ma per me decisamente meno particolari. Sicuramente la cucina che propongono è di livello eccellente, ma probabilmente sono meno coinvolgenti da un punto di vista sensoriale: si parlava di Alain Ducasse, maestro indiscusso della cucina francese, dell'Arpége a Parigi, famoso per l'hot-cold egg, e così via. Al link menzionato trovate comunque tutto! Buona lettura. 

giovedì 3 marzo 2016

Avocado toast, NYC

Ho letto di recente una recensione del nuovo libro di Joe Bastianich "Te la do io l'America. Italia-New York ricette andata e ritorno" edito da Rizzoli e la mia attenzione è stata subito catturata dall'avocado toast, che devo dire non avevo mai sentito (anche se sembra essere davvero popolare! Ogni tanto resto un po' indietro...), diventato la colazione preferita delle ricche casalinghe salutiste dell'Upper East Side. Incuriosita ho iniziato ovviamente a gironzolare per il web ma, mentre ho trovato tantissimi siti di ricette per preparare a casa questa delizia, ho trovato pochissimi suggerimenti di luoghi culto dove andare a mangiarlo. Tra i suggerimenti migliori quelli di Vincenzo Malinconico sul blog di Chiara Ferragni The Blonde Salad, che stila una classifica dei 6 migliori posti a New York. Vediamo cosa bolle nella toastiera della Grande Mela! 
Al primo posto Buvette Gastrothéque, al West Village, della chef Jody Williams. Per colazione, light lunch, tè o aperitivo, un posto caldo, curato, un po' stile vecchia Europa, con mattoni a vista e pavimento in legno. New York outside, Paris inside!



Al secondo posto Café Gitane, ritrovo per celebs che vengono qui a gustare il loro avocado toast con succo di limone e olio evo. E qualcuno aggiunge anche un tocco di peperoncino! Due location diverse, per me meglio quella di Jane Street. 




In terza posizione troviamo The Butcher's Daughter, juice bar e café al momento presente al West Village e Nolita, ma in procinto di aprire anche in California. Qui i cuochi tagliano, sfilettano e scolpiscono frutta e verdura come i macellai fanno con la carne. E trasformano tutto in eccellenti e salutari succhi, insalate e zuppe. L'avocado è ingrediente supremo al Butcher's daughter e il toast si può personalizzare con gli ingredienti preferiti.



Posizione numero quattro per Little Collins, che deve il suo nome alla trafficata via di Melbourne e offre ai clienti un ambiente caldo e familiare. I camerieri ti chiamano per nome, sanno cosa ti piace e dove ami sederti. Ovviamente per gli habitué... Per tutti gli altri comunque un luogo accogliente che offre sandwich e piatti salutari preparati al momento. Da provare!




Al quinto posto Joseph Leonard, un luogo casual e apparentemente stile far west. Ma che subito svela il suo cuore e la sua anima bohémienne fatti di tavolini e sedie in stile vintage, cornici e specchi sparsi ovunque, mobili e vecchie valigie a completare un ambiente friendly e accogliente, quasi un angolo di casa. Qui l'avocado toast lo servono rigorosamente con le uova. 



Ultimo suggerimento di Chiara Ferragni il Jack's wife Frida, a Soho e al West Village. Nato da una bellissima storia d'amore tra immigrati e cresciuto come bistro americano-mediteraneo, presenta alla carta solo i piatti che i proprietari conoscono bene e amano tanto. L'avocado toast qui sa di primavera, servito con carote julienne, spezie, salsa di pomodoro e rucola!



Ma oltre a questi 6 posti, i preferiti da Chiara Ferragni, di suggerimenti in giro per il web su luoghi culto per l'avocado toast ce ne sono tantissimi! Ne appunto ancora un paio, per finire in bellezza. Empire Diner, per gustare un toast fatto con pane ai cereali, mousse di avocado al lime, creme fraiche, fettine di cetriolo e peperoni, condito con olio evo e sale. 


Navy, locale a Soho di ispirazione marinara che prepara un avocado toast particolarissimo con pane di farina di mais, guarnito con finocchi e semi di senape sottaceto, ravanelli, erette fresche, olio evo, sale Maldon e fiocchi di chili. Gustosissimo!