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lunedì 20 febbraio 2012

Il giro del mondo in 20 ristoranti...

...senza uscire da Londra. Meraviglioso! Io adoro la cucina etnica, mi piace provare piatti sconosciuti, entrare in contatto con culture diverse, sperimentare nuovi sapori. E, diciamocelo, non essendo Londra (o meglio la Gran Bretagna) famosa per la sua raffinata cucina, la città ha sviluppato questa fantastica e invidiabile rete di ristoranti che servono piatti di ogni nazione. Un po' come New York o come le grandi città orientali. Ma Londra è pioniera! E sempre all'avanguardia. Mi affido (e vi affido) dunque questa selezione, sperando che l'autore abbia davvero selezionato il meglio. Che dire... provare per verificare!
Lo smushi del Madsen
1. Pied à Terre Due stelle Michelin per il francesissimo ristorante del giovanissimo chef Marcus Eaves. A pranzo menù economico, a cena stangata intorno ai €.100 vini esclusi. Pare però valga davvero la pena!
2. Hakkasan Hanway Place Cinese di alto livello che serve una raffinatissima Peking duck con caviale Royal Beluga, da ordinare il giorno prima
3. Ozer Restaurant & Bar Turco dalla spesa super abbordabile, serve un'impareggiabile (pare!) spalla di agnello arrosto con marmellata di kumquat. Chiudete con un sorbetto all'aneto.
4. As Greek as it gets Molto molto greco, ma con tanti piatti per i vegetariani. Gli inglesi lo usano tanto anche per la cucina take away. Spesa media €.35.
5. Chutney Mary Restaurant Nominato Indian Restaurant of the year, offre (stranamente per il genere) anche una buona scelta di dolci. Io comunque mi butterei sul curry!
6. Nikita's Restaurant Per gli amanti della vodka questo ristorante russo ne offre una curata lista. Da accompagnare al borscht, la tradizionale zuppa di barbabietole, o al tradizionale e raffinatissimo Beluga caviar. 
7. Madsen Restaurant Raffinato ristorante scandinavo, a cena propone un menù alla carta con piatti nordici tradizionali, ma io vorrei assolutamente provare i famosi smushi, una via di mezzo tra sandwich e sushi. €.32 circa.
8. Mamounia Lounge Una cucina mediorientale, un po' marocchina un po' libanese. E quindi zuppe di lenticchie, humus, couscous e agnello in ogni salsa! Interessante anche solo la parte del bar. 
9. Mango Tree London Tailandese arredato seguendo rigorosamente le regole del feng-shui, propone accanto ad ottimi piatti tradizionali anche menù vegetariani e vegani. I vegani li lascio provare a voi...
Il bbq del coreano Arang
10. Aqua Uno dei locali più cool del momento serve su un piano una raffinata cucina giapponese e su un altro ottimi piatti spagnoli. Strano mix, da provare. Anche se non proprio economico... €80.
11. Arang Ogni tavolo ha il proprio barbecue per cucinare carne e verdure. In alternativa ampia scelta di piatti coreani.
12. Asia de Cuba at St Martins Lane Apoteosi del fushion, serve piatti cubani reinterpretati seguendo i gusti asiatici. E quindi tartare di tonno con ribes nero, anatra con cetrioli e cavolo e così via. Il Ruhm Bar è stato disegnato da Philippe Stark.
13. All Star Lanes Meraviglioso! Americano con piste da bowling anni '50. E via con hamburger, milkshake, enormi bistecche e sandwich. 
14. Gaucho Restaurant Impegnativa la lista dei vini, ma carne spettacolare, formaggi e chorizo per una spesa media di €45. E dopo cena si può scegliere un sigaro dal menù del bar.
15. Bevis Marks Synagogue Serve esclusivamente cibo kosher in un ambiente elegante. Anche take away. Sarebbe interessante provare...
16. Viet Hoa Café Ricchissimo menù vietnamita con un centinaio di piatti tra zuppe, pesce, carne e noodle. Se si mangia come in Vietnam è una garanzia!
17. Lowlander grand Café  Brasserie belga, è famosa per i suoi 65 tipi diversi di birra. Zuppe e hamburger e via con l'alcohol! 
Le birre del Lowlander Grand Café
18. Kipferl Ltd Bistrot austriaco aperto anche all'ora della merenda. Ottime torte e buoni i vini, tutti austriaci.
19. Mestizo Messicano, offre naturalmente guacamole, tacos e tortilla annaffiati da una buona selezione di vini sudamericani. Anche Tequila Bar.
20. Shaka Zulu Interessante, mi incuriosisce. E' sudafricano e serve strane carni di selvaggina come struzzo, kudu o springbok. Non menzionati ma sicuramente interessanti i vini.

A questo punto non mi resta che augurare un buon giro del mondo a tutti quelli che ne avranno l'occasione! 

mercoledì 15 febbraio 2012

Lodge e vita selvaggia

Una camera ai Canonici di San Marco
Ho aperto Traveller per leggere un articolo intitolato, appunto, 'Vita selvaggia'. E mai più avrei pensato di trovare, tra le quattro proposte, anche un Lodge a Mirano, poco lontano da Venezia (perfetto quindi in questo periodo per il Carnevale, per la Biennale o per la Mostra del Cinema). Davvero esaltante! Quindi  ve lo propongo a fianco del più tradizionalmente selvaggio Abu Camp in Botswana. Ma torniamo nella laguna veneta, dove è stato creato un accampamento che poco ha a che fare con le sontuose ville del Brenta se non per la tradizione locale che possiamo ritrovare nelle due semplici tende color kaki (una con 4 letti, l'altra con 5, prezzi da €.120). Cristalli e vetri di murano, arredi d'epoca, specchi veneziani, lini preziosi, tutti ricordi di famiglia di Emanuela Padoan e Federico Carrer, proprietari del lodge Canonici di San Marco. All'arrivo un frizzante benvenuto con un flute di prosecco e al mattino un meraviglioso risveglio con dolci, marmellate e mousse di frutta fatti in casa. E poi via, in bicicletta, ad esplorare la tenuta e la riviera del Brenta. Se vi capita di andare, non dimenticate di visitare le ville Belvedere e Morosini. 
L'Abu Camp sul delta dell'Okavango
Lasciata la laguna, trasferiamoci ora in Botswana (è un attimo, no?!?) e ammiriamo estasiati l'Abu Camp Elephant Safaris, uno dei primi lodge a specializzarsi in safari a dorso d'elefante. Cappello, occhiali, crema solare e binocolo, un volo su Maun da Johannesburg e 30 minuti su un Cessna privato, tanti tanti soldi e un'inclinazione da esploratori. Non vi serve altro per raggiungere il paradiso! Un paradiso di 500.000 acri, concessione privata nel più vasto delta del mondo, quello dell'Okavango. Una sterminata distesa di pianure erbose che nella stagione delle piogge, fra novembre e marzo, diventeranno paludi e acquitrini da attraversare a bordo di un mokoro, canoa tipica utilizzata su questo fiume. L'Abu Camp, aperto ormai da 20 anni, è specializzato in questo genere di safari e offre ai clienti un servizio extra lusso: il rapporto fra staff e ospiti è di 4 a 1 per un massimo di 10 persone quando le 5 tende sono tutte occupate. La cena viene servita sulla terrazza in tek, sovrastata da ebani e sicomori giganti e illuminata da candele e dal focolare. Atmosfera magica e vacanza da sogno, senza dubbio. 

giovedì 9 febbraio 2012

Qc Terme, finalmente a Torino!


Era ora! Se ne parlava già da un po' e passando in corso Vittorio per andare a casa da tempo vedevo la nuova insegna QC Terme Torino sul portone del palazzo che fu sede del Torino Calcio e, in seguito, della Cepu. Ma niente... nessun cenno d'apertura... tanto che per il compleanno della mia amica Claudia (inizio dicembre ndr) sono andata a cercare un'altra spa in cui poterle regalare un massaggio. E poi sorpresa, a Natale mio marito mi fa trovare sotto l'albero due ingressi per le tanto sospirate terme! Alleluja!! Così il 4 febbraio, il giorno del mio compleanno, ci siamo presentati all'ingresso nel primo pomeriggio armati di solo di costume. Ci danno una tesserina magnetica da mettere nell'armadietto per poter ritirare la chiave (troppo carina, si porta al polso tutto il tempo!) e uno scontrino per avere telo bagno, accappatoio e ciabattine. Devo però dire che con non poca classe ci hanno fatto presente che se volevamo cambiare l'accappatoio o il telo perché bagnati dovevamo pagare due euro. Non è tanto per i due euro quanto per la caduta di stile, ma tant'è.... Forse è comprensibile. In ogni caso andiamo nei nostri rispettivi spogliatoi (superattrezzati con potentissimi phon e creme per ogni esigenza), ci cambiamo e risaliamo al piano terra dove, attraversato il light bar, possiamo uscire in giardino per la nostra prima immersione in vasche con musica subacquea o idromassaggio. Uno spettacolo! Tre vasche in pietra rotonde nel bel mezzo del giardino coperto di neve: superato il freddo gelido che ti frusta dal momento in cui ti togli l'accappatoio a quello in cui ti immergi nelle vasche a 37° o 40°, il resto è solo una grandissima libidine goduriosa intraducibile a parole! Scaldati ben bene usciamo e scendiamo al piano interrato, dove troviamo l'hammam con il sale per lo scrub, le vasche di reazione, gli idromassaggi a cascata e quelli a pavimento, le vaschette per l'idromassaggio ai piedi, l'idrogetto e le caldissime vasche per il bagno giapponese. E ancora il percorso Kneipp che alterna una camminata in acqua caldissima e una camminata in acqua gelata per riattivare la circolazione e tonificare e le vasche relax d'acqua tiepida. Insomma un alternarsi di godimenti totali! Terminata la zona 'd'acqua' ci spostiamo al primo piano, quello delle saune e delle zone relax. E qui troviamo saune secche, biologiche o addirittura aromatizzate! Dalla Piemonte Simphony con filmato musicale sulla città alla sauna Luci della Città, finlandese classica con crioterapia, dalla Biosauna con erbe aromatiche che sprigionano le proprie sostanze benefiche alle saune Uomini e Donne, con temperature più moderate. Insomma, ce n'è per tutti i gusti! Ma non finisce qui... Dopo le saune ecco le zone relax: indescrivibili! Si possono solo provare! Spazi eleganti trasformati in suggestive sale relax sensoriali legate ai quattro elementi di acqua, terra, aria e fuoco. All'inizio ci siamo letteralmente accucciati su un materassone ad acqua e, con calda copertina di lana sul corpo, ci siamo goduti la rilassante musica in sottofondo. Poi ci siamo trasferiti in una sala con materassoni in lattice (?) e camino al centro. Sempre con la copertina!! E infine abbiamo provato altre due stanze con ruotone in un materiale strano (non so sinceramente cosa potesse essere...) e con sedie a nicchia in paglia appese al soffitto. Il tutto per 38 euro d'ingresso... Ah dimenticavo! Assaggiate il tè che vi offrono al piano saune: delizioso e corroborante! Buon relax a tutti!!! 

giovedì 2 febbraio 2012

Hola Madrid!

Sono sempre alla ricerca di una meta estiva non troppo lontana (le piccole bestie costano un botto!!), non troppo cara (se spendo poco di voli ma poi un caffè mi costa 10 euro, rinuncio alla caffeina e prendo il largo!), adatta ai bambini e possibilmente nuova. A Madrid sì, ci sono stata, ma alla giovanissima età di (credo) 13 o 14 anni, o giù di lì. E forse solo per un giorno durante un tour ispano-portoghese, quindi come non averla vista affatto. L'unica cosa è che forse ad agosto è un pelucchio calda, ma intanto comincio a segnarmi qualche buon motivo per visitarla, poi vediamo. Magari a Pasqua, o in qualche ponte, o che ne so quando! Va beh, torniamo a noi.
El mercado de la Reina Gin Club, Tapas & Restaurant
1. Andrei sicuramente all'ex mattatoio (quello vicino al fiume Manzanares) capolavoro di architettura industriale destinato a diventare il più grande progetto culturale madrileno (o addirittura spagnolo?). Una parte dei dieci edifici sono già stati assegnati per arte e danza, altri saranno presto dedicati a shopping, cinema, design e via così.
2. Mi attira molto la nuova tendenza culinaria con parola d'ordine "desenfadado", cibo squisito e sano come fatto in casa da gustare in totale relax. Per questo i madrileni vanno a Le Garage per scegliere tra jap, carne o frutti di mare, o al Pan de Lujo, ricavato in una vecchia panetteria di Salamanca. Ma i più fashion e cool li trovate a El mercado de la Reina, a gustare tapas accompagnate da gin cocktails.
3. Gay non sono, ma fortunatamente senza pregiudizi. Ecco perché non tralascerò certo un giro a Chueca, ex quartiere malfamato trasformato nel barrio più hip, meeting point della comunità gay. Discoteche, bar, saune, librerie, gallerie d'arte e ristoranti di tendenza. Qui la mappa e le indicazioni.
L'Hammam del Medina Mayrit
4. La passione per nord africa e arabia e le loro tradizioni nasce a Granada, ma ormai ha invaso gran parte del Paese, specie al sud. In città ha aperto il Medina Mayrit, con hammam, casa del té, bazaar e ristorante. Quale posto migliore per rilassarsi dopo corse sfrenate tra musei, gallerie, negozi e quant'altro?
5. Immancabile il pranzo all'Emporio: a Madrid il cibo è questione di moda e grande tendenza la fanno le nuove boutique dove cibi estrosi dividono lo spazio con accessori fashion e café. Il più interessante, al momento, è l'Emporio Isolée, dove spulciare volumi d'arte, chiacchierare sul sofà sorseggiando succhi di frutta e portarsi a casa delikatessen jap. Da vedere anche la Maison Blanche a Chueca, che ha creato all'ingresso un'area food e sul retro una piccola sala da pranzo per colazioni chic.
La paninoteca D'E, creazione di Sergi Arola
6. Altro suggerimento gastronomico: il fast food con lo chef. Aveva iniziato Ferran Adrià e i ristoranti Fast Good con i loro snack sfiziosi, ma ormai il fast food d'autore ha invaso le strade della città. Il migliore è D'E, creato da Sergi Arola (due stelle Michelin con La Broche) e Paco Torrebranca. Qui la qualità è superiore per la fusione di cucina tradizionale italiana e spagnola: si spazia dalle insalate, ai prosciutti a favolosi formaggi, "cocapizza", salsicce e peperoni. Per il dolce c'è l'angolo bianco del maestro Torreblanca.