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mercoledì 27 maggio 2015

I migliori gelati al mondo

Quando arriva la primavera iniziano i primi tepori, le prime uscite a maniche corte e le serate nei dehors. E puntuale come sempre arriva la voglia di gelato! Almeno per me. E a Torino devo dire che ci sono tantissime gelaterie ottime! Ma che dire del resto d'Italia e del mondo? Incuriosita ho cercato su internet e ho scoperto che National Geographic ha stilato una classifica delle dieci migliori gelaterie al mondo, e di seguito troverete quelle che ho selezionato io tra le dieci!


Il must di questa gelateria ha sicuramente a che fare con materie prime sceltissime, selezionate e freschissime! 
Il latte proviene solo da allevamenti Amish che nutrono le mucche solo ad erba fresca. Quindi niente colesterolo né pesticidi. Oltre ai gusti tradizionali, da provare il melograno, la noce pecan, il latte di cocco thailandese. 


Fatto con panna e uova fresche, zucchero e tanta fantasia, il frozen custard è un dessert decisamente simile come aspetto e gusto al tradizionale gelato. Aperto a St. Louis nel 1931, serve coni, coppette, frappé, root-beer floats e numerose specialità della casa. Preparatevi a una lunghissima coda!!



A Firenze dal 1939, Perché no!... serve un gelato artigianale preparato fresco ogni mattina con gli ingredienti migliori. Nel laboratorio non entrano coloranti, conservanti o grassi idrogenati, ma solo materie prime scelte con cura e al top della qualità. Gusti da provare? Fiordilatte con sesamo e miele di castagno, nocciola e pistacchio speciali, fico, pera o dispero. Oppure provate gli abbinamenti di gelato alla ricotta e sorbetto di more o gelato di mandorla e sorbetto di fico.

4. Devon House I Scream, Kingston (Jamaica)

La Devon House, meraviglioso esempio di architettura caraibica dell'epoca vittoriana, risale al 19° secolo e fu la residenza del primo milionario nero dell'isola giamaicana. E proprio al suo interno sorge la miglior gelateria dell'isola, che offre ai suoi affezionati clienti 27 gusti ben scritti su tavolette in legno, tra cui ciliegia e pistacchio, mango e cocco, vaniglia e choc-chip.






mercoledì 22 aprile 2015

Made Creative Bakery

Oggi una piccola chicca, ma che mi piace tanto tanto! A Roma, vicino al Chiostro del Bramante, due donne curiose, intelligenti e molto creative, hanno dato vita a una pasticceria decisamente particolare. Made Creative Bakery si dedica infatti all'arte della pasticceria nel senso più assoluto del termine. 

                    

Biscotti glassati, cupcakes, torte, muffin, bagels... dolci e salati... sono così belli che fa davvero effetto mangiarli! E infatti modellini di dolci fatti da loro vengono richiesti anche per allestire stand o per scenografie al cinema o in teatro. Dietro ogni preparazione c'è uno studio preciso di colori, forme, costruzioni, grazie alle due eclettiche titolari, laureate una in Economia dello sviluppo e l'altra in architettura ma superappassionata di food. E lo stile si vede anche dal locale, essenziale come un atelier di alta moda. Di seguito qualche foto delle loro creazioni, guardate che meraviglie!








lunedì 30 marzo 2015

Bruffin-mania!

E' la nuova mania statunitense, ovviamente nata a New York, che scommetto impazzerà in Italia a brevissimo! Parliamo di bruffin, una via di mezzo tra la burrosa e friabile brioches nostrana e i mille gusti dei muffin americani. Sono ottimi sia dolci che salati, ma con un apporto calorico non proprio soft. In America segna il ritorno e la riscoperta del vecchio forno, della panetteria europea, che viene rivisitata e diventa come un bistrot dove assaporare sul momento le prelibatezze appena sfornate oltre che poterle acquistare per portarle a casa. Io l'ho scoperto su Elle A Tavola di questo mese e il servizio parla del Bruffin Café del Meatpack District di New York che propone i nuovi dolcetti in sedici versioni diverse dedicate ad altrettanti paesi. 


Altri locali ovviamente stanno già aprendo e si potrà fermarsi a mangiare o fare shopping dalla mattina presto alla sera tardi. Il bello è che comincia ad esserci grande attenzione per gli ingredienti e le farine, non solo ormai la classica di grano tenero ma anche e soprattutto le farine di farro, kamut,
integrali, impastate ad arte con il lievito madre.
E sulla scia del bruffin ecco che vengono segnalate novità da tener d'occhio, come il Meyers Bageri di Copenaghen, aperto dal cofondatore del rinomato e pluristellato ristorante Noma Claus Meyer, con produzione propria di farine biologiche e integrali. Da provare i cinnamomo roll e i cake ai frutti rossi. 


A Milano si può fare colazione, pranzo, una merenda o il brunch domenicale da That's Bakery, un localino tutto bianco e cappuccino per soddisfare la voglia di cupcake, pie, muffin, biscotti speziali o un sempre buonissimo pane e nutella. Lo stile food è effettivamente molto newyorkese, ma numerose  sono anche le proposte nostrane.


Anche in Svezia due chef pluristellati hanno deciso di dar vita a un brand di ristoranti/panetterie che è già un cult: si chiama Green Rabbit e loro sono Martin Berg e Mathias Dahlgren. Il risultato è un incontro golosissimo fra la tradizionale farina di segale dei paesi del nord e il talento dei due fondatori, che fanno diventare poesia il pane nero e irresistibili i muffin ai mirtilli.


L'ultimo suggerimento è per un bar (inserito dal Gambero Rosso tra i migliori in Italia) a Riccione. Forse chiamarlo bar è riduttivo, dal momento che Liévita è bar ma anche bistrot, panetteria, pasticceria; qui ci si può fermare per gustare brioches, trecce, focacce, krapfen, ma anche comprarli e portarseli a casa. Il laboratorio a vista è affascinante e si possono ammirare le abili mani degli artigiani che sfornano dolci e bellissime pagnotte fatte con farine di rari grani antichi macinati a pietra.

 

giovedì 19 marzo 2015

A tutto street food!

A partire da domani sera e per tutto il week end ci sarà a Torino in piazzale Valdo fusi il primo Street Food Truck Edition, anteprima della manifestazione che a giugno renderà la nostra città capitale italiana del cibo di strada. E così, quando gironzolando tra gli articoli dell'Huffington Post ho trovato la classifica dei 10 posti italiani che un vero amante del cibo di strada dovrebbe provare, mi sono data alla lettura di questo affascinante modo per assaggiare i piatti delle tradizioni locali. Si parte con i cicchetti dell'Osteria dell'Arco di Venezia, pezzetti di pane o crostini che solitamente si consumano con un bicchiere di vino. Si va dai tipici veneziani con le sarde in saor o il baccalà mantecato e più tradizionali con salumi, formaggi, verdure o pesce. Il bello è che tutto dipende dalla disponibilità del mercato al mattino presto! 


A Milano invece, alla Toasteria Mi Casa, il toast è il re del menù! Oltre 40 tipi, sia dolci che salati, preparati con pane bianco e integrale rigorosamente artigianale. Le materie prime sono ricercate e superselezionate (come lo squaquerone, la coppa piacentina, le patate bio) e si trovano varietà vegetariane, vegane e senza latticini.


Spostandoci in Puglia bisogna assolutamente raccontare la storia di Maria, o meglio di Maria delle sgagliozze. Le sgagliozze sono fette di polenta fritte con un po' di sale e Maria è l'arzilla vecchietta di 85 anni che da anni le prepara davanti alla sua casa di Bari. Ormai un'istituzione!


Chi va a Palermo non può scordare di assaggiare il famosissimo pani cà meusa, il panino con la milza. E dove gustarlo al meglio se non da Nino U'ballerino? Al secolo Antonino Buffa, Nino sforna ogni giorno meravigliosi panini con semi di sesamo farciti con milza cotta al vapore nello strutto e una spolverata di formaggio finale. Una delizia! 



Hamburger e panini di ottima qualità si trovano a Roma alla Premiata Panineria al Pigneto. Tra i panini più curiosi, a prezzi decisamente popolari, segnalo il Macinato, con pane al sesamo, burger di vitellone igp Lazio, pecorino scamosciato di Piciniscio, pomodoro fresco, ketchup rustico e maionese) o l'Hot d.o.l., pane al latte cotto nel loro forno, würstel di suino rosa igp, cipolla caramellata e senape in grani. Ma sono davvero tutti eccezionali e particolari, basta leggere sul sito il menù per farsi venire l'acquolina in bocca!


A Padova invece possiamo trovare un chiosco davvero originale, la Folperia di Max e Barbara, banchetto mobile che da 40 anni serve piatti ai base di pesce agli affamati passanti. Soprattutto i folpetti, moscardini lessati, ma anche bovoletti (lumachini) e masenette (granchi), polpette d gamberi, sardine in saor, moeche fritte e via così. Portafoglio contento e palati deliziati!


A Bologna troviamo invece Il Tortellino, classico della tradizione emiliana ora anche da passeggio. Ci sono tortellini in tutte le salse, ma anche lasagne, polpette, tagliatelle. Oltre al take away, anche la consegna a domicilio.


Spostandoci in riva al mare, e più precisamente a Riccione, troviamo da Kalamaro Piadinaro la piadina romagnola in più di trenta declinazioni. Qui si può gustare lo storico pisardone (piadina farcita con alici) ma anche carpacci di pesce o fritture croccantissime! Gli amanti della piadina possono invece scegliere, oltre alla farcita, uno tra i tre tipi di impasti: al farro, grano duro, grano speziato.


Per le ultime due segnalazioni torniamo in Campania. Da Imperatore, a Napoli, vengono servite da 40 anni specialità di cucina e rosticceria, sia napoletana che classica. Ottime le crocché di patate, gli arancini, i fritti misti e le pizzette. Il piatto forte però rimane la frittatina di pasta, sfiziosissima!


L'ultimo indirizzo della lista si trova a Salerno e si chiama Resilienza. La specialità dello chef Gennaro Copperra è il panuozzo di Gragnano, ma si possono ordinare fritti, arancini, crocché e soprattutto la pizza, ottima e particolare quella al prosciutto e fichi.

martedì 17 marzo 2015

Le librerie più belle del mondo

In questi giorni sono in vena di classifiche, che come sapete mi piacciono tanto tanto! E così, mentre sto spulciando il web alla ricerca dei viaggi in treno più belli, suggestivi, panoramici al mondo (tranquilli, ne scriverò a brevissimo!) ecco che mi capita fra le mani la classifica delle 10 librerie più belle al mondo pubblicata da La Stampa ma stilata dal quotidiano argentino Clarin. Ecco, in realtà La Stampa la pubblica perché tra le top ten c'è anche una libreria famosissima di Torino. Ma andiamo con ordine e vediamo quelle che secondo me meritano davvero!

1. Libreria Lello, Porto. In realtà libreria Lello e Irmao, si trova in un edificio del centro storico della città, tra parentesi bellissimo, ed è famosa (io ne avevo già anche scritto..) perché ha fatto da set per alcune scene del film "Harry Potter".


2. Al secondo posto troviamo quello che io definirei un vero e proprio gioiello, la libreria El Ateneo di Buenos Aires. Nel 2000 la catena di librerie più famosa dell'Argentina decide di restaurare il Gran Central, antico teatro risalente all'inizio del secolo scorso e convertirlo in libreria, ma mantenendo gli antichi balconi, il sipario di velluto rosso e la cupola affrescata. Il risultato è sorprendente, come si può vedere dalla foto.


3. La libreria Polare di Maastricht è una libreria che è stata ricavata all'interno di una chiesa dominicana del duecento e l'atmosfera è davvero suggestiva, anche se scaffalature e tavoli non sono stati per nulla integrati con l'ambiente. Credo però valga davvero la pena farci un salto se si capita da quelle parti (...difficile?). 


4. Shakespeare and Company a Parigi è stata inaugurata a metà del secolo scorso da George Whitman e da allora è stata meta di culto per artisti e scrittori. Ma la vera peculiarità riguarda la possibilità di pernottare gratuitamente la piano di sopra (ci sono 13 letti a disposizione) in cambio di qualche ora di lavoro al negozio. Normalmente vengono organizzati incontri letterari, letture e sunday tea.


5. Cook & Book, a Bruxelles, è molto più di una libreria! Libreria, ristorante e boutique. I libri sono sparsi ovunque, dai tavoli  al soffitto, insieme a oggetti di design e arredamento, e per ogni categoria letteraria decori e ambienti diversi. Non bisogna farsi scoraggiare dall'ingresso decisamente anonimo perché dentro è un viaggio che vale davvero la pena fare. 



Le altre non mi ispirano più di tanto, ma aggiungerei qualcosa di mio gusto, come per esempio

6. Libreria El Pendulo a Città del Messico. Un posto dove scegliere libri, ascoltare musica dal vivo e sorseggiare un caffè tra scaffali e... piante!


7. Libreria Acqua Alta, Venezia, che costringe il proprietario a spostare i libri dal basso verso l'alto ogni volta che la città si allaga. Ma quando l'acqua si ritira dalla laguna tutto torna come prima!


Ah dimenticavo! La bellissima libreria della nostra città citata nell'articolo è l'antica Luxemburg, in piazza Carignano. Al suo interno vengono organizzate da anni presentazioni di libri e iniziative per la diffusione della cultura della lettura. Tra i suoi scaffali si trovano volumi in inglese, francese, spagnolo e tedesco e una grande selezione di quotidiani e riviste di tutto il mondo.


giovedì 12 marzo 2015

Lusso minimal ad alta quota

Questa volta ho davvero sognato con ELLE (marzo 2015). Sognato di passare anch'io una notte con Marco in uno di questi incredibili rifugi, o meglio angoli di paradiso, ad alta quota. O anche semplicemente qualche ora in relax. A cominciare dalla fascinosissima sauna finlandese nella microspa del rifugio Lagazuoi di Cortina. La spa più alta d'Italia, a 2752mt, con vista mozzafiato sulle vette innevate delle Dolomiti. Ingresso 15 euro, ma prenotazione obbligatoria per ovvi motivi di spazio.

  
A Monthey, in Svizzera, troviamo la nuova frontiera del camping invernale: i magnifici igloo del Whitepod Restort. I pod, non proprio "regalati" (1000 euro il week end per due persone con colazione), sono cottage sferici ancorati a una piattaforma di legno di circa 40mq con stufa a legna e bagni di design. Una struttura centrale ospita invece il ristorante e il centro benessere. Davvero originali, ma soprattutto molto intimi!




L'ultimo posto che ha attratto la mia attenzione è il Tree Hotel in Svezia, non proprio ad alta quota ma immerso nella foresta di Harads. Questo hotel ogni inverno presenta una nuova suite sospesa, progetto d'avanguardia di qualche studio d'architettura emergente, e dopo The Ufo (a forma di disco volante) e The Bird's Nest (vero e proprio nido per una famiglia di quattro persone), quest'anno è la volta di Mirrorcube. E' un cubo a specchio di 16mq in grado di ospitare una coppia, perfettamente mimetizzato nell'ambiente che lo circonda. 559 euro a week end per i due innamorati. 




lunedì 9 febbraio 2015

Litcrawling di San Valentino a Vanchiglia

Siamo quasi a San Valentino e come ogni anno ognuno dice la sua! Bello, romantico, commerciale, melenso, da passare in due, uffa sono solo, oddiol'annoscorsoeroconluieoraaaaaa??? Insomma, una festa controversa, amata o odiata, ma che ha sempre fatto parlare di sé. Quest'anno c'è un appuntamento in più per la festa dell'amore, un'iniziativa davvero carina e originale organizzata dalla casa editrice indipendente torinese Zandegù: il Litcrawling di San Valentino a Vanchiglia. Il lit crawling è un innovativo formar di promozione letteraria nato a Brookling e basato sulla coesistenza di tre fattori: una zona della città da esplorare ricca di bar e locali dove far tappa; in ognuno di essi almeno un lettore o narratore; un pubblico curioso che abbia voglia di spostarsi da un locale all'altro per bere e ascoltare buone parole. Quello organizzato da Zandegù per giovedì 12 febbraio prevede un interessante tour per le vie di Vanchiglia in compagnia della scrittrice e blogger torinese Valentina Stella e dello scrittore ma soprattutto amante di storie di città, quartiere e vita vissuta Marco Magnone. Si toccheranno la Caffetteria degli Angeli, Barbiturici e Porto Ribeca. A ogni tappa 2 letture e 1 drink. E allora tutti pronti! Si parte alle 19.00

venerdì 6 febbraio 2015

Viaggio gastronomico a Berlino

L'ex birrificio Kats Orange
Berlino eclettica, Berlino giovane, Berlino    sempre in movimento. Meravigliosa città d'arte, tra le sue vie e le sue piazze si respira aria di libertà e rinnovamento. Come vi avevo anticipato ho copiato da 'Elle a tavola' di febbraio/marzo qualche indirizzo per una sosta golosa e nutriente tra una visita e l'altra. E dunque partiamo con Katz Orange, ex birrificio del Mitte che oggi ospita un ristorante che ha fatto dei prodotti locali il suo cavallo di battaglia. Luogo di fascino, arredato con stile, pare che serva oltre all'ottima e freschissima cucina, anche validi cocktail e vini (principalmente europei) di livello. Da provare la slow cuisine, sul menù. 

Diventato famoso per i momos, gnocchi nepalesi che sono la vera passione dei due giovanissimi proprietari, il locale (Momos appunto, ca va sans dire) si trova nel cuore della città. Va bene per un pasto veloce (menù completo a €.15,00) o una pausa golosa a metà pomeriggio. Qui tutto è rigorosamente homemade, organico, salutare e velocissimo!

Non si può andare a Berlino e non assaggiare i currywurst, profumatissimo cibo di strada amato da tedeschi e stranieri. Uno degli indirizzi migliori è Curry 36, un negozio con bancone che affaccia sulla strada, davanti qualche tavolino alto ma senza sedie per non invogliare i clienti a stazionare troppo a lungo. Eppure è un must per i berlinesi, da provare assolutamente. 

La caffetteria A. Horn
Nasce come bar da prima colazione, ma serve anche ottimi pasti salati. Tutti naturali, tutti fatti in casa. Insomma, vale davvero la pena spingersi fin qui perché il locale è davvero delizioso e rilassante e l'attenzione per quanto viene portato in tavola è quasi impeccabile. Stiamo parlando della caffetteria A. Horn, probabilmente dal nome del proprietario (o proprietaria? Chissà..) dove si possono gustare anche tantissimi tipi di bagel, che io adoro e che mi ricordano i mesi di studio a Los Angeles! 

Simile per tipologia ma diverso nel gusto, il Mogg and Melzer è un delikatessen in stile ebraico-newyorkese nel cuore del Mitte. Si trova in un bell'edificio storico e serve un piatto che ormai è diventato un cult per i frequentatori, il pastrami (quel bel panino imbottito con  carne tagliata a fettine sottili, morbida e speziata. M-mmmmm mi viene l'acquolina solo a pensarci!). Ma si possono ordinare anche insalate fantasiose, salt beef e molto altro. 

E per finire uno dei suggerimenti che più ha attirato la mia attenzione, perché adoro questi posti! Tutti i giovedì sera dalle 17.00 alle 22.00 il mercato coperto di Markt Halle Neun diventa un concentrato di  banchi che servono cibo di strada, piatti e prodotti da ogni parte del mondo, come i tacos messicani o gli gnocchi di tapioca thailandesi. Sarà dura assaggiare tutto!









mercoledì 4 febbraio 2015

Indirizzi segreti da provare!

Ho comprato Elle a tavola, mi piace tantissimo! A breve vi farò un resoconto sui posti gourmet consigliati a Berlino, davvero interessanti, ma per ora voglio riportarvi 3 indirizzi flash da provare, per chi capita a Milano, Roma o Venezia.



Vicinissimo al Bosco Verticale, il grattacielo milanese più innovativo degli ultimi anni, il nuovissimo locale Bio.it propone un menù incentrato su sapori mediterranei rigorosamente biologici. E' aperto tutti i giorni da colazione fino a cena e si trova in via Confalonieri 8. Si gusta lì o si porta via.  
Bellissima l'idea dei cestini picnic per i week-end!!






"Questa marmellata di more sa di pesce..." recitava la svampita starlette di Hollywood Party. Aperto a dicembre in via Mantova a Roma, il ristorante Perlenere serve unicamente piatti a base del migliore caviale italiano, il Calvisius, ideati dal giovane e promettente chef Emanuele Del Signore. Interessantissimo il percorso di assaggi delle più prelibate tipologie di caviale. 



Antico e romantico, il Vecio Fritolin regala ancora le stesse emozioni di una volta. Qui infatti si serviva lo "scartosso di pesse fritto", goloso cartoccio che ancora oggi si trova in menù. E si trovano anche mosche e masenete (granchi), il baccalà mantecato e le sarde in saor. Lo chef Daniele Zennaro si rifornisce solo di prodotti freschissimi del mercato di Rialto.

martedì 3 febbraio 2015

Piazza Duomo, Crippa 10 e lode!

Era davvero tempo che aspettavo l'occasione per provare il tanto decantato Piazza Duomo di Enrico Crippa, e devo dire che sono andata all'appuntamento con tantissime aspettative da una parte ma anche tanti timori dall'altra. Paura forse di una delusione per la cucina di questi chef stellatissimi portata ormai all'estremo o semplicemente perché temevo che le mie aspettative andassero oltre... E invece l'estasi! Per i profumi, i sapori, le materie prime sensazionali, ma anche per l'accoglienza e il servizio, professionale ma piacevole, che spesso ha lasciato posto allo scherzo e alla battuta, aumentati sicuramente di pari passo con la crescita del grado alcolico. Nei giorni precedenti il nostro appuntamento abbiamo concordato con lo staff un menù ad hoc (o meglio, due menù, dal momento che una nostra amica non può proprio pensare di buttar giù un boccone di carne! Quindi un menù per noi più un menù pesce per lei). E abbiamo deciso quanto segue:

        Tinca in carpione
        Insalata 21... 31... 41...
        Capesante, ricci e pecorino
        Cardo e cardo
        Crema di patate, Lapsang Souchong
        Carciofo alla giudìa
        Risotto Piemonte
        Agnello e camomilla
        Insalata di frutta e verdura oppure
        Torta di mele oppure
        Flan di zucca, mandarino

Accomodati in una graziosa saletta riservata, siamo stati accolti da una indescrivibile carrellata di stuzzichini per l'aperitivo, un vero e proprio menù nel menù, una melodia per occhi e palato. Cialde di grano saraceno, creme caramel di miso, spaghetti fritti con salsa di spinaci e carbonara, olive verdi e nere (ma davvero?? oh no! Olive per gli occhi, tartare di scampi e battuta di vitello per il palato! sorprendente), gingerino con foia gras e mais croccante (un idillio), petit four amaretto, umeboshi e alga nori e per concludere una incredibile rivisitazione della frittata, una spugna di bietole con salsa tonnata. Tutto accompagnato da una freschissima bollicina, è stato un ottimo preludio al pranzo che ne è seguito. 
Ora, senza annoiarvi con i commenti piatto per piatto (a parte la tinca in carpione, che per mio gusto personale non ho amato molto, il resto davvero eccelso) sottolineerò solo quelli che ho trovato davvero unici e geniali (senza evidentemente nulla togliere agli altri).


Prima fra tutti l'"Insalata 21... 31... 41...", un vero trionfo di sapori il cui nome dipende dal numero di erbe, insalate, fiori, germogli che quel giorno l'orto di Crippa è in grado di offrire (e se la mattina piove, ahimè niente insalata!). Quasi totalmente scondita all'inizio, a mano a mano che si pescano le erbe si scoprono sapori di sesamo nero e bianco, bambù, zenzero, olio alle erbe, tutto da accompagnare con cialde di amaranto fritte. Messa in bocca l'ultima foglia si può assaporare il dashi rimasto sul fondo. Siamo rimasti estasiati! Un'esperienza impossibile da descrivere. Il tocco in più: non si mangia con la forchetta ma con una... pinzetta!



La "Crema di patate, Lapsang Souchong" viene servita in un piccolo scrigno  di vetro bollente che, appena aperto, sprigiona un intenso profumo di Lapsang Souchong appunto, varietà di tè nero cinese affumicato con fuoco di pino e cedro. Nascosto sotto la crema, un ovetto di quaglia cotto a 65° per 12 minuti e poi sgusciato e lasciato a marinare nel té per altre 24 ore. Amalgamato alla crema di patate crea un'armonia che lascia senza parole anche i palati più esigenti. Peccato non fosse epoca di tartufi, perché spesso viene servita con una generosa grattata del Re bianco d'Alba. La prossima volta andremo in autunno... 



"Agnello e camomilla", sambucano ovviamente! Un taglio eccellente e una cottura a dir poco perfetta hanno permesso di portare in tavola un piatto che è riuscito a far innamorare anche i più scettici. Diciamocelo, la carne d'agnello non è per tutti, ma Crippa l'ha resa davvero unica accompagnandola con le sue ormai tradizionali erbe, foglie e fiori dell'orto, una crema di latte morbidissima e una riduzione di camomilla a dir poco celestiale. Vedete quelle sferette gialle sparse sul piatto? Ecco... la camomilla... ne ho presa una con la punta del coltello per assaggiarla e non posso dirvi cosa ne è stato delle mie papille!


Dopo l'agnello è arrivato il dolce, a scelta tra i tre elencati sopra. Abbiamo tutti snobbato il Flan di zucca e mandarino, ma lo staff, sicuro di non inciampare all'ultimo gradino, si è permesso di portarne in tavola due porzioni. Per un assaggio di gruppo. Beh... se vi capita, non dimenticate di ordinarlo! Gli altri due dolci sono di livello altissimo, come del resto tutti i piatti del giovane Chef, ma il flan ha davvero tanto da raccontare! Così come il passito Sanct Valentin 2004 Comtess' , suggerito dall'abile sommelier di casa per accompagnare i dolci. Da non dimenticare..

Abbiamo terminato il nostro viaggio con un piccola (piccola??) pasticceria ad accompagnare il caffè  giamaicano Blue Mountain, scelto alla carta, e a malincuore abbiamo lasciato un ristorante che merita davvero tutte e tre le stelle che ha! E fosse per me, anche qualcuna in più...

Ancora qualche foto:
Carciofo alla giudìa
Cotechino e lenticchie
Torta di mele 
un po' di piccola pasticceria