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lunedì 9 febbraio 2015

Litcrawling di San Valentino a Vanchiglia

Siamo quasi a San Valentino e come ogni anno ognuno dice la sua! Bello, romantico, commerciale, melenso, da passare in due, uffa sono solo, oddiol'annoscorsoeroconluieoraaaaaa??? Insomma, una festa controversa, amata o odiata, ma che ha sempre fatto parlare di sé. Quest'anno c'è un appuntamento in più per la festa dell'amore, un'iniziativa davvero carina e originale organizzata dalla casa editrice indipendente torinese Zandegù: il Litcrawling di San Valentino a Vanchiglia. Il lit crawling è un innovativo formar di promozione letteraria nato a Brookling e basato sulla coesistenza di tre fattori: una zona della città da esplorare ricca di bar e locali dove far tappa; in ognuno di essi almeno un lettore o narratore; un pubblico curioso che abbia voglia di spostarsi da un locale all'altro per bere e ascoltare buone parole. Quello organizzato da Zandegù per giovedì 12 febbraio prevede un interessante tour per le vie di Vanchiglia in compagnia della scrittrice e blogger torinese Valentina Stella e dello scrittore ma soprattutto amante di storie di città, quartiere e vita vissuta Marco Magnone. Si toccheranno la Caffetteria degli Angeli, Barbiturici e Porto Ribeca. A ogni tappa 2 letture e 1 drink. E allora tutti pronti! Si parte alle 19.00

venerdì 6 febbraio 2015

Viaggio gastronomico a Berlino

L'ex birrificio Kats Orange
Berlino eclettica, Berlino giovane, Berlino    sempre in movimento. Meravigliosa città d'arte, tra le sue vie e le sue piazze si respira aria di libertà e rinnovamento. Come vi avevo anticipato ho copiato da 'Elle a tavola' di febbraio/marzo qualche indirizzo per una sosta golosa e nutriente tra una visita e l'altra. E dunque partiamo con Katz Orange, ex birrificio del Mitte che oggi ospita un ristorante che ha fatto dei prodotti locali il suo cavallo di battaglia. Luogo di fascino, arredato con stile, pare che serva oltre all'ottima e freschissima cucina, anche validi cocktail e vini (principalmente europei) di livello. Da provare la slow cuisine, sul menù. 

Diventato famoso per i momos, gnocchi nepalesi che sono la vera passione dei due giovanissimi proprietari, il locale (Momos appunto, ca va sans dire) si trova nel cuore della città. Va bene per un pasto veloce (menù completo a €.15,00) o una pausa golosa a metà pomeriggio. Qui tutto è rigorosamente homemade, organico, salutare e velocissimo!

Non si può andare a Berlino e non assaggiare i currywurst, profumatissimo cibo di strada amato da tedeschi e stranieri. Uno degli indirizzi migliori è Curry 36, un negozio con bancone che affaccia sulla strada, davanti qualche tavolino alto ma senza sedie per non invogliare i clienti a stazionare troppo a lungo. Eppure è un must per i berlinesi, da provare assolutamente. 

La caffetteria A. Horn
Nasce come bar da prima colazione, ma serve anche ottimi pasti salati. Tutti naturali, tutti fatti in casa. Insomma, vale davvero la pena spingersi fin qui perché il locale è davvero delizioso e rilassante e l'attenzione per quanto viene portato in tavola è quasi impeccabile. Stiamo parlando della caffetteria A. Horn, probabilmente dal nome del proprietario (o proprietaria? Chissà..) dove si possono gustare anche tantissimi tipi di bagel, che io adoro e che mi ricordano i mesi di studio a Los Angeles! 

Simile per tipologia ma diverso nel gusto, il Mogg and Melzer è un delikatessen in stile ebraico-newyorkese nel cuore del Mitte. Si trova in un bell'edificio storico e serve un piatto che ormai è diventato un cult per i frequentatori, il pastrami (quel bel panino imbottito con  carne tagliata a fettine sottili, morbida e speziata. M-mmmmm mi viene l'acquolina solo a pensarci!). Ma si possono ordinare anche insalate fantasiose, salt beef e molto altro. 

E per finire uno dei suggerimenti che più ha attirato la mia attenzione, perché adoro questi posti! Tutti i giovedì sera dalle 17.00 alle 22.00 il mercato coperto di Markt Halle Neun diventa un concentrato di  banchi che servono cibo di strada, piatti e prodotti da ogni parte del mondo, come i tacos messicani o gli gnocchi di tapioca thailandesi. Sarà dura assaggiare tutto!









mercoledì 4 febbraio 2015

Indirizzi segreti da provare!

Ho comprato Elle a tavola, mi piace tantissimo! A breve vi farò un resoconto sui posti gourmet consigliati a Berlino, davvero interessanti, ma per ora voglio riportarvi 3 indirizzi flash da provare, per chi capita a Milano, Roma o Venezia.



Vicinissimo al Bosco Verticale, il grattacielo milanese più innovativo degli ultimi anni, il nuovissimo locale Bio.it propone un menù incentrato su sapori mediterranei rigorosamente biologici. E' aperto tutti i giorni da colazione fino a cena e si trova in via Confalonieri 8. Si gusta lì o si porta via.  
Bellissima l'idea dei cestini picnic per i week-end!!






"Questa marmellata di more sa di pesce..." recitava la svampita starlette di Hollywood Party. Aperto a dicembre in via Mantova a Roma, il ristorante Perlenere serve unicamente piatti a base del migliore caviale italiano, il Calvisius, ideati dal giovane e promettente chef Emanuele Del Signore. Interessantissimo il percorso di assaggi delle più prelibate tipologie di caviale. 



Antico e romantico, il Vecio Fritolin regala ancora le stesse emozioni di una volta. Qui infatti si serviva lo "scartosso di pesse fritto", goloso cartoccio che ancora oggi si trova in menù. E si trovano anche mosche e masenete (granchi), il baccalà mantecato e le sarde in saor. Lo chef Daniele Zennaro si rifornisce solo di prodotti freschissimi del mercato di Rialto.

martedì 3 febbraio 2015

Piazza Duomo, Crippa 10 e lode!

Era davvero tempo che aspettavo l'occasione per provare il tanto decantato Piazza Duomo di Enrico Crippa, e devo dire che sono andata all'appuntamento con tantissime aspettative da una parte ma anche tanti timori dall'altra. Paura forse di una delusione per la cucina di questi chef stellatissimi portata ormai all'estremo o semplicemente perché temevo che le mie aspettative andassero oltre... E invece l'estasi! Per i profumi, i sapori, le materie prime sensazionali, ma anche per l'accoglienza e il servizio, professionale ma piacevole, che spesso ha lasciato posto allo scherzo e alla battuta, aumentati sicuramente di pari passo con la crescita del grado alcolico. Nei giorni precedenti il nostro appuntamento abbiamo concordato con lo staff un menù ad hoc (o meglio, due menù, dal momento che una nostra amica non può proprio pensare di buttar giù un boccone di carne! Quindi un menù per noi più un menù pesce per lei). E abbiamo deciso quanto segue:

        Tinca in carpione
        Insalata 21... 31... 41...
        Capesante, ricci e pecorino
        Cardo e cardo
        Crema di patate, Lapsang Souchong
        Carciofo alla giudìa
        Risotto Piemonte
        Agnello e camomilla
        Insalata di frutta e verdura oppure
        Torta di mele oppure
        Flan di zucca, mandarino

Accomodati in una graziosa saletta riservata, siamo stati accolti da una indescrivibile carrellata di stuzzichini per l'aperitivo, un vero e proprio menù nel menù, una melodia per occhi e palato. Cialde di grano saraceno, creme caramel di miso, spaghetti fritti con salsa di spinaci e carbonara, olive verdi e nere (ma davvero?? oh no! Olive per gli occhi, tartare di scampi e battuta di vitello per il palato! sorprendente), gingerino con foia gras e mais croccante (un idillio), petit four amaretto, umeboshi e alga nori e per concludere una incredibile rivisitazione della frittata, una spugna di bietole con salsa tonnata. Tutto accompagnato da una freschissima bollicina, è stato un ottimo preludio al pranzo che ne è seguito. 
Ora, senza annoiarvi con i commenti piatto per piatto (a parte la tinca in carpione, che per mio gusto personale non ho amato molto, il resto davvero eccelso) sottolineerò solo quelli che ho trovato davvero unici e geniali (senza evidentemente nulla togliere agli altri).


Prima fra tutti l'"Insalata 21... 31... 41...", un vero trionfo di sapori il cui nome dipende dal numero di erbe, insalate, fiori, germogli che quel giorno l'orto di Crippa è in grado di offrire (e se la mattina piove, ahimè niente insalata!). Quasi totalmente scondita all'inizio, a mano a mano che si pescano le erbe si scoprono sapori di sesamo nero e bianco, bambù, zenzero, olio alle erbe, tutto da accompagnare con cialde di amaranto fritte. Messa in bocca l'ultima foglia si può assaporare il dashi rimasto sul fondo. Siamo rimasti estasiati! Un'esperienza impossibile da descrivere. Il tocco in più: non si mangia con la forchetta ma con una... pinzetta!



La "Crema di patate, Lapsang Souchong" viene servita in un piccolo scrigno  di vetro bollente che, appena aperto, sprigiona un intenso profumo di Lapsang Souchong appunto, varietà di tè nero cinese affumicato con fuoco di pino e cedro. Nascosto sotto la crema, un ovetto di quaglia cotto a 65° per 12 minuti e poi sgusciato e lasciato a marinare nel té per altre 24 ore. Amalgamato alla crema di patate crea un'armonia che lascia senza parole anche i palati più esigenti. Peccato non fosse epoca di tartufi, perché spesso viene servita con una generosa grattata del Re bianco d'Alba. La prossima volta andremo in autunno... 



"Agnello e camomilla", sambucano ovviamente! Un taglio eccellente e una cottura a dir poco perfetta hanno permesso di portare in tavola un piatto che è riuscito a far innamorare anche i più scettici. Diciamocelo, la carne d'agnello non è per tutti, ma Crippa l'ha resa davvero unica accompagnandola con le sue ormai tradizionali erbe, foglie e fiori dell'orto, una crema di latte morbidissima e una riduzione di camomilla a dir poco celestiale. Vedete quelle sferette gialle sparse sul piatto? Ecco... la camomilla... ne ho presa una con la punta del coltello per assaggiarla e non posso dirvi cosa ne è stato delle mie papille!


Dopo l'agnello è arrivato il dolce, a scelta tra i tre elencati sopra. Abbiamo tutti snobbato il Flan di zucca e mandarino, ma lo staff, sicuro di non inciampare all'ultimo gradino, si è permesso di portarne in tavola due porzioni. Per un assaggio di gruppo. Beh... se vi capita, non dimenticate di ordinarlo! Gli altri due dolci sono di livello altissimo, come del resto tutti i piatti del giovane Chef, ma il flan ha davvero tanto da raccontare! Così come il passito Sanct Valentin 2004 Comtess' , suggerito dall'abile sommelier di casa per accompagnare i dolci. Da non dimenticare..

Abbiamo terminato il nostro viaggio con un piccola (piccola??) pasticceria ad accompagnare il caffè  giamaicano Blue Mountain, scelto alla carta, e a malincuore abbiamo lasciato un ristorante che merita davvero tutte e tre le stelle che ha! E fosse per me, anche qualcuna in più...

Ancora qualche foto:
Carciofo alla giudìa
Cotechino e lenticchie
Torta di mele 
un po' di piccola pasticceria