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mercoledì 27 giugno 2012

The Blue Lagoon

Ma non pensate al film! Quello che durante la nostra adolescenza ci pareva così erotico e sexy... No, no, no! Qui siamo in Islanda e stiamo parlando di meravigliose terme a Grindavik, paradiso incontaminato a soli 40 km da Reykjavik: acque di un colore lattiginoso dovuto alla cyanobacteria (alga dalle eccellenti proprietà cosmetiche e curative), di una temperatura compresa fra i 30 e i 40 gradi e circondate da rocce laviche scure e sabbie nere. Insomma, alla Blue Lagoon l'ambientazione è davvero suggestiva e se tenete conto che si può entrare anche quando fuori è buio, beh... direi che al film possiamo quasi tornare (con la fantasia!). 


Oggi vi lascio così, con questa pillolina che credo valga la pena mettere tra le cose da vedere prima o poi. Metto ancora qualche foto, in modo che possiate davvero assaporare la magia di questi luoghi da favola, talmente belli da sembrare finti. 







lunedì 4 giugno 2012

Vacanze disconnesse

Elle viaggi ha colpito nel segno! Con una selezione veramente cool di mete "fuori campo" per trascorrere una notte, un week end o addirittura un'intera vacanza lontani da smartphone, tweet, facebook e quant'altro possa interferire con il vero relax. A mia volta ho scelto le mete che più hanno attratto la mia attenzione, soprattutto
 per l'originalità della sistemazione. Parto quindi con la campagna laziale dove, all'agriturismo La Piantata (a una trenitina di km da Viterbo), si può trascorrere una notte sospesi tra cielo e terra. Letteralmente. Si alloggia in una suite placidamente adagiata tra le fronde di una quercia secolare, a 8 metri d'altezza. E sotto un mare viola di profumatissima lavanda. Il tempo si ferma e ci rigenera, ancora di più con un massaggio direttamente in camera  un aperitivo 'in quota'. 

Per gli amanti del freddo, ma il freddo vero, la proposta arriva invece da un hotel della Lapponia finlandese, sull'isola di Levia Petaja: il Kakslauttanen Hotel. Il luogo è sacro per la popolazione Sami e immerso nella natura selvaggia, ideale per la pesca o per andare in canoa. Si può vivere un'esperienza davvero preistorica con il corso di sopravvivenza di poche ore, ma anche di più giorni, per ritrovare abilità antiche come accendere un fuoco con la legna bagnata, procacciarsi cibo e acqua allestire un riparo. Un'esperienza che rinfranca l'anima!

Ad Allauch invece, piccola cittadini nei pressi di Marsiglia, ci si può isolare in una camera a bolla ai piedi di una foresta di querce per dimenticare il tran-tran quotidiano e ascoltare la natura in totale relax. La sensazione è quella di ricongiungersi con la Madre Terra, più vicini alle stelle. Anche con l'aiuto di un telescopio per ammirare la via lattea. E per disconnettersi sul serio non resta che fare un rilassante bagno caldo, in notturna, in una grande jacuzzi all'aperto! Per info www.attrap-reves.com.

















L'ultima meta a tutto relax è in Sardegna, a Chia, nell'estremo sud. Ci si può rifugiare all'interno del Faro di Capo Spartivento (cercatelo nella foto!!), che si erge su una scogliera a strapiombo sul mare e si raggiunge solo attraverso una strada sterrata. Qui ci si estranea davvero dalla realtà e si gode solo dell'energia del paesaggio. Imperdibile la salita notturna alla terrazza dove una vetrata in cristallo sul tetto consente di ammirare la volta celeste con un numero infinito di stelle che brilla con un'intensità senza pari. 




martedì 22 maggio 2012

René Redzepi, la storia

Questo di Luca Bergamin è davvero un bell'articolo, di quelli che si fanno leggere tutto d'un fiato. Racconta la storia di René Redzepi, eletto dalla San Pellegrino World's 50 Best Restaurants il migliore chef al mondo per due anni di seguito, fondatore del famosissimo Noma di Copenhagen (di cui peraltro ho già ampiamente parlato). Ma non è questo il punto. Il punto è che ogni mattina, all'alba, René e collaboratori partono in bicicletta dal molo di Strandgade, sull'isola di Christianshavn, quartiere di design della città, per raggiungere il parco Dyrehaven dove si arrampicano sui tronchi per raccogliere i funghi pleorotus; poi si sparpagliano tra le tombe del cimitero Assistens Kirkegard dove pare cresca un aglio selvatico buonissimo; infine saltano su una barca alla ricerca di rose costiere e bacche di sambuco acerbe. Tutti questi ingredienti diventeranno presto, tra le mani dell'abile chef e collaboratori, "pellicola di latte con erba, fiori e aromi", "brodo ristretto di legno di betulla al vapore, finferli e nocciole fresche", "aragosta con foglie di lattuga, vino di ribes e rose", "sedano rapa e muschio islandese" e via così, per soddisfare il palato degli 80 buongustai che ogni giorni si siedono ai tavoli del suo ristorante. La cena diventa una sorta di viaggio tra i sapori genuini del Nord. Redzepi serve personalmente ai tavoli e nelle settimane libere vola in Giappone spacciandosi per un aiutante chef al solo scopo di imparare l'arte della cucina orientale perché secondo lui per far amare una cucina radicale come quella nordica l'unico modo è essere genuini, come gli orientali appunto. Vuole far gustare le stagioni e il loro scorrere lento in Scandinavia, più semplice in estate quando i gamberetti dei fiordi nuotano a migliaia e gli agnelli delle fattorie hanno carni e latte dal sapore di campo, decisamente ostico in inverno, quando tutto gela ed è quasi impossibile trovare radici, germogli, alghe. Tutto questo affonda le sue radici nell'infanzia e adolescenza di Renè, figlio di immigrati macedoni che distribuiva latte e giornali per aiutare i genitori e che in estate veniva mandato con il fratello gemello dai parenti in ex-jugoslavia. 
Qui battevano in lungo e in largo le montagne cercando more e castagne, tiravano il collo ai polli e mungevano le mucche. Ma l'episodio clou risale alla giovinezza quando, già cuoco, durante una crociera in Groenlandia a bordo di un peschereccio, rimase intrappolato per giorni in una fattoria, sorpreso da una tempesta di neve. E' qui che, senza contatti con l'esterno e senza la compagnia della tecnologia, nasce l'idea di una cucina basata solo su prodotti del Nord, che esaltasse i suoi elementi naturali. Ed è qui che parte il viaggio che tuttora lo porta tutte le mattine sul molo di Strandgade. 







martedì 15 maggio 2012

Mete "pauliste" per palati raffinati

Amiche e amici, brasiliani e non, ho letto quest'intervista ad Alexandra Forbes, food editor di GQ Brasil e non sono riuscita a resistere! Un po' perché in uno dei quattro ristoranti menzionati io ci sono stata, un po' perché prima o poi spero di tornare a San Paolo e far visita ai mancanti, un po' perché vorrei le opinioni dei miei amici paulisti, che in alcuni di questi ristoranti sicuramente sono stati. Ma soprattutto perché le foto dei piatti sono da urlo! Ma andiamo con ordine e partiamo dal consiglio di Alexandra Forbes, sul quale si basa l'articolo, e cioè il ristorante Manì, aperto nel 2006 dall'ex modella Helena Rizzo e dal marito-chef spagnolo Daniel Redondo. Locale arioso, luminoso e con una galleria d'arte a dare il benvenuto agli ospiti.










Al Manì si trova una cucina "tecno-emozionale" di livello decisamente alto che ha sorpreso critica e pubblico e portato i proprietari ad essere considerati vere celebrità. I piatti preferiti dalla Forbes sono il carpaccio di zampetti di maiale (mah....) con feijoada - stufato di fagioli che esplodono in bocca come perle nere - julienne di cavolo fritto e schegge d'arancio e i confetti di foie gras avvolti in gelatina al porto. Insomma un gioiello della ristorazione brasiliana... per portafogli forti!
E i portafogli forti possono scegliere anche tra altre tre mete selezionate da GQ.
Un piatto dell chef Alberto Landgraf
La prima è il Mocotò, molto familiare, decisamente incasinato e lontanuccio dal centro (45 minuti in macchina o taxi); però offre la cucina del Nordeste rivisitata da Rodrigo Oliveira, al momento lo chef più celebrato del Brasile. Forse vale il viaggio...  La seconda è il ristorante Epice, che esteticamente può dar l'impressione del bistrot di quartiere, ma che in realtà offre un'autentica alta cucina grazie a Alberto Landgraf, allievo di Gordon Ramsay.
E infine, e qui oltre a garantire personalmente vado decisamente sul sicuro, il ristorante D.O.M., che costa veramente ma veramente caro, però lo chef Alex Atala è entrato a gran merito nella top ten dei migliori al mondo, ed è impareggiabile nell'esaltare ingredienti brasiliani a volte dimenticati. Merita Merita Merita! Vi lascio quindi facendo godere i vostri occhi con due delle sue creazioni.




lunedì 7 maggio 2012

24 ore a Oporto!

Direttamente da GQ un post tutto dedicato ai miei amici che quest'estate andranno in vacanza itinerante in Portogallo, sperando che Oporto, bellissima "capitale del nord" adagiata sulle sponde del fiume Douro, sia sul loro cammino!  E comunque credo non potranno trascurarla una volta saputo, loro, fan sfegatati del famosissimo maghetto, che qui si trova la libreria di Harry Potter! Oltre ad essere considerata la più bella del mondo, la libreria Lello & Irmao è stata set del celebre film. E vi metto una foto, perché stramerita! 
La libreria Lello & Imao
Altro posto che sicuramente merita una visita è la Casa da Mùsica, poliedro dell'architetto Rem Koolhaas che ospita concerti, installazioni e sperimentazioni di musica elettronica. Fosse anche solo per l'architettura (magari la musica elettronica non fa proprio al caso vostro...)  fateci un salto! Ma passiamo ora a qualche suggerimento per la notte. Qui si parla di due soluzioni molto molto minimal. Prima guardare, poi giudicare! Soluzione uno, la Casa do Conto, hotel di design nella centralissima zona emergente di Cedofeita. Tanto cemento! Ma bellissimo il giardino. Soluzione due, quella a me sicuramente più congeniale: Casa dos Guindais, 5 studios-apartments in legno, vetro, acciaio e granito. E se vuoi, ti prepari anche un bel caffè! Sfreghiamoci le mani, signore e signori! Si parla ora di cucina e gastronomia. Ma non di solo bacalao, s'intende! Anzi... La prima proposta riguarda un bel ristorante dalla cucina credo abbastanza tradizionale (che pare abbia conquistato il palato di Gerard Depardieu... sarà poi una garanzia?? Mah..) incorniciato dall'area Patrimonio dell'umanità Unesco sulle sponde del fiume. Si chiama D. Tonho, la cucina pare impeccabile tra carne, tanto pesce e verdure. Ma quello che più stuzzica la mia fantasia (e credo ucciderebbe il mio conto in banca) è il ristorante Rui Paula, che prende il nome dal suo rinomato chef, portoghese dall'animo creativo che reinventa magistralmente la cucina del posto. 
Una creazione dell chef Rui Paula
Sfreghiamoci le mani, signore e signori! Si parla ora di cucina e gastronomia. Ma non di solo bacalao, s'intende! Anzi... La prima proposta riguarda un bel ristorante dalla cucina credo abbastanza tradizionale (che pare abbia conquistato il palato di Gerard Depardieu... sarà poi una garanzia?? Mah..) incorniciato dall'area Patrimonio dell'umanità Unesco sulle sponde del fiume. Si chiama D. Tonho, la cucina pare impeccabile tra carne, tanto pesce e verdure. Ma quello che più stuzzica la mia fantasia (e credo ucciderebbe il mio conto in banca) è il ristorante Rui Paula, che prende il nome dal suo rinomato chef, portoghese dall'animo creativo che reinventa magistralmente la cucina del posto. 
Chiudo il mio post di oggi con due indirizzi da nottambuli: Tribeca, elegante jazz club (so che vi piace!), ristorante e bar con musica dal vivo, escursioni nel blues e nel soul, e un'ottima selezione di rum. Ma avranno sicuramente anche il porto... e Hard Club, bar-music club di tendenza che propone al venerdì e sabato concerti live. Buona vacanza!!

Tribeca Jazz Club



mercoledì 2 maggio 2012

Passato, presente e futuro a Valenza

Il Mercado Colon
Eccola lì. L'avevo già tagliata fuori dal nostro itinerario estivo perché troppo lontana da Barcellona (ma lo   sapevate che è a più di tre ore da lì??) e lei riappare in un bel servizio di Elle weekend... "Le tre anime di Valenza"... Che fare? Intanto segno, poi vediamo! Qui si parla dei tre volti della città: quello di ieri, tra gotico e barocco, quello di oggi, modernismo sedotto dal fascino esotico, quello di domani, high-tech e decisamente cosmopolita. Per ammirare le antiche opere architettoniche non c'è niente di meglio che alzare il naso e aprire gli occhi, ma per seguire qualche suggerimento si possono (anzi, a mio giudizio si devono!) visitare il Mercado Central, il più grande mercato coperto d'Europa con i suoi 1200 stand che offrono prodotti gourmand e fiumi di horchata, e il Mercado Colòn, in stile liberty, trasformato ormai da un decennio in uno spazio per il tempo libero, con bar e ristoranti. Tra questi impossibile trascurare El Alto de Colòn, ristorante ricavato dagli ex uffici di uno dei torrioni; offre una cucina di carattere mediterraneo abilmente rivisitata dallo chef Quique Barrela. E per restare ancora un momento in tema barocco, ricordiamo gli abiti dello stilista valenziano Francis Montesinos, che vi faranno assaporare le splendide atmosfere Almodovariane! Se vi piace questa atmosfera un po' retrò, potete alloggiare al Westin Valencia, costruito all'inizio del secolo scorso, ma dotato di un comfort decisamente contemporaneo.

      
El Alto de Colon: la sala
El Alto de Colon: un piatto

Le tre anime della città si fondono poi nei gioielli del designer Vicente Gracia, amato tra le altre da Letizia di Spagna e Andy MacDowell, mentre il profumo d'Oriente si sprigiona nei piatti dello chef anglo-birmano Steve Anderson, patron di Seu Xerea, nell'antico Barrio El Carmen: qui piatti e tapas profumano di lime, funghi cinesi e mare. Per dormire, niente di meglio che accaparrarsi una delle tre camere del fascinoso bed & breakfast Casa Azul, un posticino nascosto per isolarsi dal mondo. 
 Ma veniamo al futuro! L'emblema è sicuramente la Città delle Arti e delle Scienze, progettata negli anni '90 dall'architetto Calatrava e che vanta l'Oceanogràfic, il più grande acquario d'Europa, oltre al Museo de las Ciencias Principe Felipe e il Palau de les Arts. Bellissimo anche il Palacio de Congresos di sir Norman Foster, gioiello architettonico di vetro e acciaio.

L'Oceanografico 

Passando allo shopping, non si può mancare una visita fashion a Madame Bugalù, dove Angela Lopez è abilissima a mixare creatività ispanica e designer internazionali, mentre la pausa gourmet di rigore è da Riff, dello stellato chef Bernd Knoller, per assaggiare piatti locali come la mojama (provare per credere!).

venerdì 20 aprile 2012

Gourmet alternativo nella grande mela

I gelati-biscotto dell'Eat Cool Haus
Ho sempre amato il cibo di strada! Oltre ad essere spesso decisamente buono, è anche un ottimo modo per entrare in contatto con autentiche persone e tradizionali sapori del luogo: ricordo una cena a Nanchino con spiedini cotti sulla brace preparata all'interno di una mezza grondaia; tavolini e sedie per strada, e la birra fresca direttamente dalla casa del vicino. Fantastica! E un'altra a Hoi An, sulla spiaggia. Decine di tappeti gettati sulla sabbia, ognuno illuminato da una fioca lanterna, e vietnamiti che sbucavano dal nulla per offrirti i più meravigliosi gamberi arrosto da gustare con sale, pepe e limone. Di esperienze così potrei raccontarne tante altre, ma quello che voglio raccontarvi oggi l'ho preso da un articolo sulla New York alternativa, o forse solo meno conosciuta, che racconta del truck d'acciaio con decorazioni colorate che si sposta per la città. All'interno Natasha Case, giovane ideatrice e proprietaria di una serie di camper sparsi in diverse città americane, che offre gelati-biscotto multicolor dai sapori decisamente americani come salted caramel, beer & pretzels e brown butter and candied bacon. Per individuarne la posizione bisogna consultare il sito www.eatcoolhaus.com 

Il camioncino bianco Red Hook Lobster Pound
Altro camioncino che val la pena di seguire è il Red Hook Lobster Pound, dove gustare roll di aragosta e lobster sandwich. Se siete invece interessati a curiose uscite serali, sappiate che sono tornati di moda gli Speakeasy, bar simil-segreti che ricordano le atmosfere e i tempi del proibizionismo. Tra i più conosciuti c'è il reines Law room, al 48W 17th St. a sinistra: bussare per entrare! Per entrare invece in un locale di quelli originali si può andare al 21 Club (21W 52nd St.) con una fantastica cantina nascosta siero a un'apertura segreta: qui troverete oltre 55.000 bottiglie di vino tra cui scegliere!



Alternativo non tanto per il cibo (è un normalissimo lounge & bistro) quanto per il curioso modo di proporlo, il Camaje. Qui infatti, un paio di sere al mese, si cena completamente al buio, indossando mascherine nere, per creare strane sensazioni e scoprire nuovi modi per assaporare il cibo.

giovedì 5 aprile 2012

Top ten enoteche

Bellissimo! Su Traveller c'è uno speciale sul vino con articoli, suggerimenti, appuntamenti in giro per il mondo. E parlando di 'mondo', ho trovato molto interessante la classifica (l'avrete capito ormai che mi piacciono da matti!!) delle dieci migliori enoteche. Non credo siano in ordine a partire dalla migliore, ma in ogni caso sono talmente sparpagliate che non credo importi più di tanto... Ecco dunque la top ten secondo i Globetrotter di Traveller:
N'Ombra de Vin a Milano
1. Milano (almeno questa è comoda!) N'ombra de Vin: un ex convento di frati agostiniani ospita da ormai quarant'anni le 3000 etichette, la maggior parte anche in degustazione con abbinamenti a specialità italiane.
2. Roma (comodina...) Roscioli: credo di avervi già parlato di loro, almeno per quanto riguarda il forno. Ma oggi ho scoperto che Roscioli non è solo panetteria, gastronomia e ristorante, ma anche enoteca, con circa 25.000 bottiglie per 2700 etichette. Organizzano anche corsi e incontri con produttori.
3. Lione (non proprio comoda... e neanche www...) Antic Wine, 18 Rue Boeuf: qui si raddoppia e si passa a 38.000 bottiglie per 4800 etichette, in un bellissimo palazzo rinascimentale affacciato su una delle più suggestive vie del centro. Il portoghese Georges Dos Santos, patron dell'enoteca, è l'esperto sommelier che seleziona i vini per i più famosi e stellati chef di Francia.
4. Barcellona (e qui si parla già di week end...) Monvìnic: più che un'enoteca è considerata un cento di studio e divulgazione della cultura enologica, con un ricchissimo e internazionalissimo calendario di eventi. Il locale è comunque suggestivo e si rischia di perdersi tra tastino room e scaffali.
5. Londra Harrods Wine Shop: al piano terra del più famoso grande magazzino londinese si trovano superalcolici, birre e 2000 etichette dei più famosi vini. fra i record della casa il whiskey più caro, il Dalmore Trinitas, €.143.000. Un pelo fuori budget per me...
Oeno Wine Bar di Dubai
6. Dubai, Oeno Wine Bar: a Dubai il vino non si compra, ma si degusta nel wine Bar del Westin Dubai; 300 etichette al top per apprezzare bouquet e aromi di vini e formaggi da tutto il mondo.
7. Buenos Aires Aldo's Vinoteca & Restoràn: nello staff nove sommelier che illustrano una carta dei vini di 42 pagine. Il martedì sera wine tasting e incontri con i migliori produttori del sud america (per amanti...).
8. Rio de Janeiro Enoteca Doc: 15000 bottiglie fra le più rinomate del globo per la più famosa cantina di Rio. Si ascolta buona musica, si degustano vini e cibi e si fanno serate a tema. Tra i vini più richiesti i supertuscan, diventati ormai di culto.
9. Nagoya Enoteca Pinchiorri: in cima al grattacielo della Toyota ha aperto la famosissima enoteca-ristorante con 2000 etichette per 10.000 bottiglie. L'impronta gastronomica è quella del famoso locale fiorentino 3 stelle Michelin, curata in cucina da Shuichi Matsuo.
10. Sydney Ash St Cellar: siamo in Australia, ma si respira aria italiana con il sicilianissimo chef Alfie Spina, che propone un menù di ispirazione mediterranea. Si compra e si degusta al bicchiere.

martedì 27 marzo 2012

Dolce vita ad Istanbul

Su Marie Claire di aprile uno strabiliante servizio su Istanbul, la città che corre, superfavorita ad ospitare le  Olimpiadi del 2016. La città gioca con grandi opere architettoniche, mixa oriente con occidente, alletta con una raffinata cucina e cattura con una pulsante movida. Ecco qualche consiglio per abbandonarsi alla sua 'Dolce vita':
1. A Cihangir, l'attuale quartiere degli hipster, la pasticceria Van Kahvalti Evi è meta mattutina storica per  gustare una tipica colazione turca fatta di formaggio e miele, simit, ciambelline salate e l'immancabile tè nero. 
2. Alla biblioteca museo Salt si celebra il libro alla stregua di un'opera d'arte. Il soffitto è tappezzato di libri e  si trovano volumi e romanzi di ogni genere e nazionalità. 
3. Se volete una trattoria suggestiva e nascosta, provate la Lokanta Helvetia (Asmali Mescit Mh., Gen. Yazgan Sk 12). Economica e suggestivamente posizionata dietro le bancarelle dei pescatori, permette di creare il piatto di pesce ad hoc, scegliendo tra freschissimi molluschi, crostacei e quant'altro portato nella notte. 
Cocktail alla Mangerie
4. Per una rilassante gita fuori porta, il consiglio è quello di seguire gli istanbulioti: basta un traghetto per raggiungere le Princes Islands, due isolette molto calde. La prima, Burgaz, è tranquilla e perfetta per una cena a due, mentre l'altra, Buyukada, è perfetta per shopping e aperitivo. 
5. Bebek, un vecchio villaggio di pescatori, è diventato il salotto dei figli del boom economico. Qui si trovano il concept store Midnight Express, l'intellettual café Bebek Kahve e il trendissimo locale da brunch Mangerie, che propone un meraviglioso Balik Burger con martini al melograno.
6. Per gli amanti del lusso bizantino, ha riaperto l'Ayasofya Hurrem Sultan Hamami, bagno turco storico per trattamenti e architettura. Proprio di fianco alla Moschea Blu.
Il ristorante Muzechanga
7. Da non perdere la villa-museo Sakip Sabanci, dove si possono trovare pini marittimi, felci e palme, ma anche ritratti fiamminghi, sculture di bronzo e l'estetica di Sophie Calle. E' una residenza datata 1927 ed è nascosta da un ricco giardino che si affaccia sul Bosforo. Degna di nota anche la cucina del neozelandese Peter Gordon, con il suo rinomato e raffinato ristorante Muzedechanga, magistralmente incastonato tra verde e acqua.

giovedì 22 marzo 2012

Grandi hotel per piccoli

La Ice Age Room
Ieri sera mio marito e mio suocero armeggiavano noiosamente con l'ipad, così ho deciso di ritirarmi nei miei appartamenti a leggere Elle Kids, fresco fresco di giornalaio. E nella parte riservata ai baby viaggi ho trovato questi interessantissimi spunti di meta, per deliziare i piccoli e, perché no??, anche noi grandi! All'Alton Towers, il parco divertimenti più famoso d'Inghilterra, è arrivata nelle stanze dello Splash Landing Hotel l'Era Glaciale. Due camere a tema con pareti glaciali, letti a castello scolpiti nella roccia e X-box con tutti i giochi di Sid, Manny e Diego. Anche le altre camere però meritano un'occhiatina!
A Shanghai invece, Hello Kitty vi aspetta al Grand Hi-Lai Hotel, per farvi vivere emozioni a 360°! Una suite e una stanza interamente dedicate alla gattina più amata e uno store con tutti i gadget e le limited edition. Negli Stati Uniti invece si possono vivere indimenticabili avventure in compagnia degli amici Dreamworks nei Gaylord Hotels: da Kung Fu Panda a Shrek a Madagascar, non c'è che l'imbarazzo della scelta! In Italia invece ci ha pensato Barbie interiori designer: al Grand Hotel Savoia di Cortina vi aspetta una suite total pinkpiena di giochi e sorprese!

La suite Barbie del Grand Hotel Savoia Cortina

lunedì 12 marzo 2012

Top of Club Sandwich

Questa ve la devo proprio mettere! La classifica pubblicata da Traveller e suggerita da Paul Richardson (globe-trotter e collaboratore di Traveller UK) dei migliori Club Sandwich del globo, tramezzino spettacolare che fa davvero sentire 'tutto il mondo paese'! Originariamente considerato cibo da uomini perché nato nel famoso Saratoga Club House a Saratoga Springs, vicino a New York (sala da gioco riservata appunto a soli uomini...), è diventato a inizio secolo appannaggio di tutti e amato anche da donne e bambini. Tendenzialmente però restando nei lobby bar dei migliori hotel. Ma perché mai sarà così amato? Secondo Tizzy Beck, newyorchese trapiantata a Milano e proprietaria del Tizzy's N.Y. Bar & Grill (locale americano dalla testa ai piedi!!) il segreto sta nell'idea di aver ordinato 'solo' un panino, che appaga però occhio e palato. Lei comunque ne propone una versione più light, con avocado e niente bacon. 

Ma ecco qui la sospirata classifica:

1. Parigi, Le Meurice
2. New York, The Mark
3. Tashkent, InterContinental
4. New Delhi, The Metropolitan
5. Los Angeles, Spago Beverly Hills
6. Las Vegas, Guy Savoy
7. Londra, Claridge's Hotel

Ma per chi non può andare dall'altra parte del mondo, Milano e Roma non sono da meno (in quanto ad offerta...). A Milano il Park Hyatt prepara tutto al momento, mentre al Principe di Savoia le varianti sono due, una classica con pollo, l'altra con pane integrale, salmone affumicato, avocado e guacamole. Al Baretto del Carlton Baglioni invece la pancetta è piacentina Dop e la richiesta più comune è di arricchirlo di uovo fritto al salto e grani di senape di Digione. A Roma invece all'Aroma di Palazzo Manfredi il plus sta nella vista sul Colosseo, mentre all'Aldrovandi Palace garantiscono le due stelle Michelin di Oliver Glowig. 

giovedì 8 marzo 2012

Turchia mon amour!!

Ecco l'ultima novità: Turchia in caicco e qualche giorno sulla terraferma, Istanbul e magari Cappadocia. E qui scatta l'operazione ricerca hotel vorrei-ma-non-posso-proprio! La mia prima scoperta è il Cappadocia Cave Resort (and spa, ndr); costruito a pelo della montagna offre una vista spettacolare sulle suggestive formazioni rocciose di Uchisar (ovviamente diventate patrimonio Unesco...) e l'atmosfera è da favola. Guardare per credere!!


La seconda proposta è sempre un hotel della Cappadocia, il Museum Hotel, ricavato dalle grotte che anticamente gli abitanti della zona avevano scavato per difendersi dai nemici. Tutte le camere, il ristorante, la reception e le aree esterne dell'albergo sono impreziosite da oggetti antichi, e la posizione di dominio sulla valle regala panorami mozzafiato! 


E adesso vado alla ricerca di qualcosa di più abbordabile.... e più ordinario!! 




domenica 4 marzo 2012

Dormire in camper... Sul tetto di un hotel!

Sono al sole (tra una nuvola e l'altra...) di bardonecchia, sola soletta a leggere Elle. E questa chicca la devo proprio appuntare, perché é grandiosa! Gli appassionati di Airstream (le famose roulotte cromate in stile bohémien care ai divi di hollywood) non potranno rinunciare a una vacanza a Cape Town. Sul tetto del Grand Daddy Hotel é stto creato un Airstream Trailer Park, diciamo un camping extralusso sotto le stelle. Sette caravan originali per altrettante suite decorate da artisti d'avanguardia (a pois, stile Beatles, afro-funk o casa di bambola). Almeno da vedere!!


lunedì 20 febbraio 2012

Il giro del mondo in 20 ristoranti...

...senza uscire da Londra. Meraviglioso! Io adoro la cucina etnica, mi piace provare piatti sconosciuti, entrare in contatto con culture diverse, sperimentare nuovi sapori. E, diciamocelo, non essendo Londra (o meglio la Gran Bretagna) famosa per la sua raffinata cucina, la città ha sviluppato questa fantastica e invidiabile rete di ristoranti che servono piatti di ogni nazione. Un po' come New York o come le grandi città orientali. Ma Londra è pioniera! E sempre all'avanguardia. Mi affido (e vi affido) dunque questa selezione, sperando che l'autore abbia davvero selezionato il meglio. Che dire... provare per verificare!
Lo smushi del Madsen
1. Pied à Terre Due stelle Michelin per il francesissimo ristorante del giovanissimo chef Marcus Eaves. A pranzo menù economico, a cena stangata intorno ai €.100 vini esclusi. Pare però valga davvero la pena!
2. Hakkasan Hanway Place Cinese di alto livello che serve una raffinatissima Peking duck con caviale Royal Beluga, da ordinare il giorno prima
3. Ozer Restaurant & Bar Turco dalla spesa super abbordabile, serve un'impareggiabile (pare!) spalla di agnello arrosto con marmellata di kumquat. Chiudete con un sorbetto all'aneto.
4. As Greek as it gets Molto molto greco, ma con tanti piatti per i vegetariani. Gli inglesi lo usano tanto anche per la cucina take away. Spesa media €.35.
5. Chutney Mary Restaurant Nominato Indian Restaurant of the year, offre (stranamente per il genere) anche una buona scelta di dolci. Io comunque mi butterei sul curry!
6. Nikita's Restaurant Per gli amanti della vodka questo ristorante russo ne offre una curata lista. Da accompagnare al borscht, la tradizionale zuppa di barbabietole, o al tradizionale e raffinatissimo Beluga caviar. 
7. Madsen Restaurant Raffinato ristorante scandinavo, a cena propone un menù alla carta con piatti nordici tradizionali, ma io vorrei assolutamente provare i famosi smushi, una via di mezzo tra sandwich e sushi. €.32 circa.
8. Mamounia Lounge Una cucina mediorientale, un po' marocchina un po' libanese. E quindi zuppe di lenticchie, humus, couscous e agnello in ogni salsa! Interessante anche solo la parte del bar. 
9. Mango Tree London Tailandese arredato seguendo rigorosamente le regole del feng-shui, propone accanto ad ottimi piatti tradizionali anche menù vegetariani e vegani. I vegani li lascio provare a voi...
Il bbq del coreano Arang
10. Aqua Uno dei locali più cool del momento serve su un piano una raffinata cucina giapponese e su un altro ottimi piatti spagnoli. Strano mix, da provare. Anche se non proprio economico... €80.
11. Arang Ogni tavolo ha il proprio barbecue per cucinare carne e verdure. In alternativa ampia scelta di piatti coreani.
12. Asia de Cuba at St Martins Lane Apoteosi del fushion, serve piatti cubani reinterpretati seguendo i gusti asiatici. E quindi tartare di tonno con ribes nero, anatra con cetrioli e cavolo e così via. Il Ruhm Bar è stato disegnato da Philippe Stark.
13. All Star Lanes Meraviglioso! Americano con piste da bowling anni '50. E via con hamburger, milkshake, enormi bistecche e sandwich. 
14. Gaucho Restaurant Impegnativa la lista dei vini, ma carne spettacolare, formaggi e chorizo per una spesa media di €45. E dopo cena si può scegliere un sigaro dal menù del bar.
15. Bevis Marks Synagogue Serve esclusivamente cibo kosher in un ambiente elegante. Anche take away. Sarebbe interessante provare...
16. Viet Hoa Café Ricchissimo menù vietnamita con un centinaio di piatti tra zuppe, pesce, carne e noodle. Se si mangia come in Vietnam è una garanzia!
17. Lowlander grand Café  Brasserie belga, è famosa per i suoi 65 tipi diversi di birra. Zuppe e hamburger e via con l'alcohol! 
Le birre del Lowlander Grand Café
18. Kipferl Ltd Bistrot austriaco aperto anche all'ora della merenda. Ottime torte e buoni i vini, tutti austriaci.
19. Mestizo Messicano, offre naturalmente guacamole, tacos e tortilla annaffiati da una buona selezione di vini sudamericani. Anche Tequila Bar.
20. Shaka Zulu Interessante, mi incuriosisce. E' sudafricano e serve strane carni di selvaggina come struzzo, kudu o springbok. Non menzionati ma sicuramente interessanti i vini.

A questo punto non mi resta che augurare un buon giro del mondo a tutti quelli che ne avranno l'occasione! 

mercoledì 15 febbraio 2012

Lodge e vita selvaggia

Una camera ai Canonici di San Marco
Ho aperto Traveller per leggere un articolo intitolato, appunto, 'Vita selvaggia'. E mai più avrei pensato di trovare, tra le quattro proposte, anche un Lodge a Mirano, poco lontano da Venezia (perfetto quindi in questo periodo per il Carnevale, per la Biennale o per la Mostra del Cinema). Davvero esaltante! Quindi  ve lo propongo a fianco del più tradizionalmente selvaggio Abu Camp in Botswana. Ma torniamo nella laguna veneta, dove è stato creato un accampamento che poco ha a che fare con le sontuose ville del Brenta se non per la tradizione locale che possiamo ritrovare nelle due semplici tende color kaki (una con 4 letti, l'altra con 5, prezzi da €.120). Cristalli e vetri di murano, arredi d'epoca, specchi veneziani, lini preziosi, tutti ricordi di famiglia di Emanuela Padoan e Federico Carrer, proprietari del lodge Canonici di San Marco. All'arrivo un frizzante benvenuto con un flute di prosecco e al mattino un meraviglioso risveglio con dolci, marmellate e mousse di frutta fatti in casa. E poi via, in bicicletta, ad esplorare la tenuta e la riviera del Brenta. Se vi capita di andare, non dimenticate di visitare le ville Belvedere e Morosini. 
L'Abu Camp sul delta dell'Okavango
Lasciata la laguna, trasferiamoci ora in Botswana (è un attimo, no?!?) e ammiriamo estasiati l'Abu Camp Elephant Safaris, uno dei primi lodge a specializzarsi in safari a dorso d'elefante. Cappello, occhiali, crema solare e binocolo, un volo su Maun da Johannesburg e 30 minuti su un Cessna privato, tanti tanti soldi e un'inclinazione da esploratori. Non vi serve altro per raggiungere il paradiso! Un paradiso di 500.000 acri, concessione privata nel più vasto delta del mondo, quello dell'Okavango. Una sterminata distesa di pianure erbose che nella stagione delle piogge, fra novembre e marzo, diventeranno paludi e acquitrini da attraversare a bordo di un mokoro, canoa tipica utilizzata su questo fiume. L'Abu Camp, aperto ormai da 20 anni, è specializzato in questo genere di safari e offre ai clienti un servizio extra lusso: il rapporto fra staff e ospiti è di 4 a 1 per un massimo di 10 persone quando le 5 tende sono tutte occupate. La cena viene servita sulla terrazza in tek, sovrastata da ebani e sicomori giganti e illuminata da candele e dal focolare. Atmosfera magica e vacanza da sogno, senza dubbio.