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martedì 27 marzo 2012

Dolce vita ad Istanbul

Su Marie Claire di aprile uno strabiliante servizio su Istanbul, la città che corre, superfavorita ad ospitare le  Olimpiadi del 2016. La città gioca con grandi opere architettoniche, mixa oriente con occidente, alletta con una raffinata cucina e cattura con una pulsante movida. Ecco qualche consiglio per abbandonarsi alla sua 'Dolce vita':
1. A Cihangir, l'attuale quartiere degli hipster, la pasticceria Van Kahvalti Evi è meta mattutina storica per  gustare una tipica colazione turca fatta di formaggio e miele, simit, ciambelline salate e l'immancabile tè nero. 
2. Alla biblioteca museo Salt si celebra il libro alla stregua di un'opera d'arte. Il soffitto è tappezzato di libri e  si trovano volumi e romanzi di ogni genere e nazionalità. 
3. Se volete una trattoria suggestiva e nascosta, provate la Lokanta Helvetia (Asmali Mescit Mh., Gen. Yazgan Sk 12). Economica e suggestivamente posizionata dietro le bancarelle dei pescatori, permette di creare il piatto di pesce ad hoc, scegliendo tra freschissimi molluschi, crostacei e quant'altro portato nella notte. 
Cocktail alla Mangerie
4. Per una rilassante gita fuori porta, il consiglio è quello di seguire gli istanbulioti: basta un traghetto per raggiungere le Princes Islands, due isolette molto calde. La prima, Burgaz, è tranquilla e perfetta per una cena a due, mentre l'altra, Buyukada, è perfetta per shopping e aperitivo. 
5. Bebek, un vecchio villaggio di pescatori, è diventato il salotto dei figli del boom economico. Qui si trovano il concept store Midnight Express, l'intellettual café Bebek Kahve e il trendissimo locale da brunch Mangerie, che propone un meraviglioso Balik Burger con martini al melograno.
6. Per gli amanti del lusso bizantino, ha riaperto l'Ayasofya Hurrem Sultan Hamami, bagno turco storico per trattamenti e architettura. Proprio di fianco alla Moschea Blu.
Il ristorante Muzechanga
7. Da non perdere la villa-museo Sakip Sabanci, dove si possono trovare pini marittimi, felci e palme, ma anche ritratti fiamminghi, sculture di bronzo e l'estetica di Sophie Calle. E' una residenza datata 1927 ed è nascosta da un ricco giardino che si affaccia sul Bosforo. Degna di nota anche la cucina del neozelandese Peter Gordon, con il suo rinomato e raffinato ristorante Muzedechanga, magistralmente incastonato tra verde e acqua.

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